Obesità infantile, polemica in Usa per la campagna choc

19 marzo 2013

Per combattere l’obesità negli Usa hanno messo in campo una campagna pubblicitaria da molti definita inquietante. Il ragazzo grassottello guarda nell’obiettivo, ha un’aria contrita e sembra quasi cosciente del pericolo che corre.

La didascalia cita:”Potrebbe non sopravvivere ai genitori”. Vicino a lui c’è un altro ragazzo, è obeso e i vestiti fanno fatica a contenere il suo corpo, anche qui la scritta: “Ha gli occhi del padre, il suo sorriso e probabilmente anche il suo diabete”.

Insomma, immagini forti messe in campo da Strong4life per una campagna creata da Children’s Healthcare di Atlanta che combatte l’obesità infantile.

Quello dell’obesità infantile è per gli americani un problema importante. Anche se negli ultimi cinque anni c’è stato un miglioramento, nel 2011 sono ben 207 i bambini obesi ogni mille, il 20,7%. Le campagne pubblicitarie hanno fatto breccia soprattutto nei bambini di 5-6 anni della middle class.

Il problema resta e affligge la classe politica. Tanto che la stessa First Lady Michelle Obama non esita a propagandare uno stile di vita salutare fatto da un’alimentazione sana e da una regolare attività fisica.

Poi c’è una lotta senza quartiere contro i produttori di ‘cibo spazzatura’. Regole e controlli sempre più serrati per rendere difficile la vita ai produttori di junk food.

Così Strong4life ci va pesante e senza filtri passa il messaggio che di obesità si muore. Una strategia che non piace a tutti anche perché il rischio, dicono gli oppositori, è quello di emarginare i bambini obesi in un percezione di pericolo e di inadeguatezza.

Per altri, considerato il calo di obesità infantile (-5,5%) riscontrato negli ultimi 5 anni, si potrebbe usare una mano più leggera.

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