Obesità

“È solo questione di forza di volontà” …“Basterebbe che tu seguissi una dieta” … “Ti sei guardata allo specchio?” Questi sono solo alcuni esempi delle frasi violente che la persona sofferente di obesità si sente rivolgere dagli altri o peggio ancora che fa ormai sue ripetendole ferocemente a se stessa e fissandosi così in una posizione di scarto, di autosvalutazione, d’impotenza.

A priori rimane salda l’importanza a potersi prendere cura anche medicalmente, come offriamo con la nostra rete di collaboratori esterni, di un corpo a rischio di gravi patologie cardiache, vascolari, ossee e quant’altro a causa del suo indice di massa corporea troppo elevato (BMI compreso tra 20 e 30 = sovrappeso, BMI > 30=obesità).

Però attenzione a non dare le cose per scontate.

L’impotenza a cui abbiamo fatto cenno, infatti, non è quella a perdere peso.

La vera impotenza è quella che porta a non dar peso alle proprie parole. L’obesità non è un mero aumento di chili, è piuttosto un aumento del bisogno di proteggersi o di attirare provocatoriamente e dolorosamente l’attenzione. Ne consegue che ciò che ha veramente diritto di essere soppesato è il tipo di sovraccarico che comporta il rapporto con l’altro per la persona sofferente. Un sovraccarico che, è il caso di dirlo, prende corpo in un troppo pieno, qual è l’eccesso di cibo. “Ho perso il senso della misura, non so più quando sono sazia.”

L’eccesso nell’alimentarsi si svela in tal modo come la forma che può prendere proprio la mancanza di misura. Se alcuni tentano di chiedere questa misura a chi sta loro vicino, talvolta provocando o criticando perché nessuno sa aiutarli, per altri c’è un’affermazione netta a non volere che la misura sia data dall’altro. Intendiamo con il termine altro chi ha fatto parte della loro storia di vita poi intrecciatasi intimamente con l’oggetto cibo.

In entrambi i casi è possibile dare il diritto a sorprendersi del fatto che la misura può essere la nostra, poiché quei casi in realtà sono uno per uno. La misura di ognuno di noi viene costruita tramite le parole dette e lavorate insieme in terapia, parole che hanno degli effetti sul corpo. Di fatto i chili di troppo e lo spazio del desiderio sono per la persona sofferente di obesità in rapporto inversamente proporzionale: ovvero tanto più aumentano gli uni, tanto più cala l’altro ma per fortuna anche viceversa!

Nel rispetto dei tempi e dei modi di ciascuno, dal pieno del cibo, dei chili e dei movimenti affannosi possiamo passare ad un vuoto che faccia spazio al movimento del desiderio. È questo un vuoto che non è un pozzo senza fondo angosciante da riempire, ma, al contrario, uno spazio da arredare con le nostre parole, che, riallacciandosi man mano al nostro corpo, loro sì, avranno diritto ad acquistare peso.